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Cronaca Castelgomberto

Sicurezza dei tunnel Spv? C'è un esposto ai carabinieri

Lo stato di salute delle gallerie della Superstrada pedemontana veneta tra Ovest Vicentino e comprensorio del Leogra è al centro di una segnalazione del coordinamento ecologista Covepa: il quale chiede pure lumi anche sulla situazione degli habitat dell'area naturalistica delle Poscole dove si temono le ripercussioni di un pesante impatto ambientale addebitato ai cantieri della Spresiano-Montecchio

Le incognite sulla condizione delle gallerie della Spv tra valle dell'Agno e comprensorio del Leogra sono al centro di un esposto presentato ieri 28 marzo ai carabinieri forestali di Recoaro dal Massimo Follesa nella sua veste di vicepresidente dell'associazione ecologista Covepa: associazione che da anni contesta il progetto della Superstrada pedemontana veneta - Spv che connette Montecchio Maggiore nell'Ovest vicentino a Spresiano nel Trevigiano la cui costruzione, pressoché ultimata, è in capo alla concessionaria Sis.

LA NOTA
«Il nostro coordinamento - spiega l'architetto Follesa in una nota diramata oggi - ha preso questa decisione a fronte delle numerose ed inquietanti notizie di stampa in riferimento allo stato di salute dei tunnel della Spv Superstrada Pedemontana Veneta. Abbiamo chiesto alle autorità lumi sulle crepe nonché sulla chiusura parziale di una galleria. Ancora, sempre sulla scorta di alcune inchieste pubblicate sui media, abbiamo altresì chiesto di indagare anche sul complesso degli iter autorizzativi che riguardano l'opera, tunnel in primis».

Detto in altre parole ai carabinieri, nonché indirettamente alla magistratura, il Covepa non solo chiede di capire se ci sia qualche cosa che non vada nei trafori, ma chiede pure di valutare se i procedimenti con i quali si è dato disco verde al collegamento lungo l'asse Trissino, Castelgomberto, Malo, presenti o meno aspetti censurabili sul piano della liceità.

Ma non è finita. L'architetto rimarca per di più come quella porzione della provincia di Vicenza attraversata dalla Spv tra Valle dell'Agno e Scledense sia già stata oggetto «di specifiche segnalazioni da parte nostra alla autorità giudiziaria». Ma con quale finalità? Anzitutto quella «di valutare ogni tipo di danno ambientale inferto al territorio».

Tra le questioni degne della massima attenzione secondo il Covepa va segnalata la presenza «dei temibili derivati del fluoro, i Pfas, rilevati dall'Arpav in concentrazioni da incubo proprio a ridosso dei cantieri Spv nei pressi di Castelgomberto e non solo». L'associazione per giunta fa sapere che in passato aveva chiesto lumi alle autorità sullo stato delle indagini in riferimento ai danni ambientali apportati ad un'area di pregio naturalistico nel Comune di Castelgomberto. Un'area nota come «Sic natura 2000» in zona Poscole. Quel brano di campagna infatti, accusa il Covepa, sarebbe stato gravemente danneggiato e trasformato «in un nauseabondo ristagno di acque ferme».

Il sito, prosegue l'architetto, tutelato dalle norme dell'Ue e della Repubblica italiana, «è del tutto compromesso rispetto allo scorrimento delle acque sia in profondità che in superficie». Una situazione che a detta dell'estensore della segnalazione «ha gravemente e irrimediabilmente compromesso» il sito sia per quanto concerne «la vita animale» sia quella «vegetale» di un'area umida di pregio naturalistico.

LA COMMISSIONE EUROPEA
Il caso non è nuovo tanto che addirittura dopo una segnalazione alla Ue da parte dell'associazione Isde - medici per l'ambiente, nel 2021 anche la Commissione europea aveva aperto un fascicolo. Della cosa aveva dato conto peraltro Giorgio Destro, l'avvocato incaricato da Isde di seguire la pratica.

IL RETROSCENA
Ad ogni modo ieri mentre al tribunale di Vicenza era in corso una ennesima udienza del processo per il maxi inquinamento da Pfas attribuito alla Miteni di Trissino, alle orecchie della rete ambientalista sono arrivati gli echi dei primi vagiti «di una inchiesta monstre» che si sarebbe materializzata negli uffici della procura della repubblica.

La quale starebbe cercando di capire come maneggiare un dossier scottante. Danni ambientali, regime delle acque, contaminazione da Pfas dovuta agli additivi acceleranti presenti nei calcestruzzi o nei cementi, sicurezza e altro ancora sono le magagne che avrebbero popolato i dossier che nel frattempo si sarebbero accatastati sulla scrivania del pubblico ministero Cristina Carunchio.
 

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