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Cronaca Thiene

Tentarono rapimento 14enne: 22 anni di carcere

La Corte d'Assise di Vicenza ha inflitto 8 anni e 8 mesi a Massimo Silvestrin 41 anni di Pojana, 7 anni e 4 mesi a Antonio Gallani (43) di Ferrara, e 6 anni a suo padre Gianfranco,(69). I tre avevano progettato il rapimento del figlio 14enne dell'imprenditore scledense Bassan

Condannati i tre uomini accusati di aver tentato il rapimento, il 27 gennaio scorso, del figlio 14enne della famiglia Bassan-Bassetto imprenditori del beverage di Thiene. La Corte d'Assise di Vicenza ha inflitto 8 anni e 8 mesi a Massimo Silvestrin 41 anni di Pojana, 7 anni e 4 mesi a Antonio Gallani (43) di Ferrara, e 6 anni a suo padre Gianfranco,(69). Un piano sventato dai carabinieri del Ros messi al corrente del piano dalla presunta complice pentita Stefania Paggin, 32enne di Rovigo.

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Il piano fu sventato dai carabinieri del Ros di Padova e della stazione locale vicentina, che da almeno tre settimane stavano seguendo passo passo le intenzioni del trio. Appostamenti continui, intercettazioni. Ma serviva prenderli in flagrante per metterli con le spalle al muro dal punto di vista giudiziario, senza naturalmente mettere in pericolo l'incolumità altrui. "Altrimenti avremmo agito prima - spiega il comandante dei Ros di Padova, colonnello Paolo Storoni - Non è stato esploso un solo colpo". Nell'auto su cui si trovavano i tre arrestati sono state trovate alcune coperte, delle corde e anche una specie di passamontagna. Segno inequivocabile che il trio era pronto all'azione.

Sono stati bloccati proprio nel momento in cui stavano per ingranare la marcia. Madre e figlio hanno scoperto solo dopo cosa avrebbe potuto accadere loro: il 13enne non ha potuto trattenere una lacrima che gli ha rigato il volto, mentre la donna ha chiesto se si trattasse di un film. Era tutto vero, purtroppo. E non è l'unica storia di questo tipo negli ultimi tempi: "Recentemente abbiamo sventato un altro piano simile, che si è concluso in un nulla di fatto", sottolinea Storoni. Dopo la rapina simulata l'adolescente avrebbe dovuto essere portato in un casolare isolato nel Rodigino, nella disponibilità di uno degli arrestati. Dopodiché sarebbe dovuta partire la richiesta di riscatto. 

A mettere gli inquirenti sulla buona strada la segnalazione di una signora che aveva dichiarato di essere stata contattata dagli arrestati per chiederle la disponibilità a partecipare al piano criminale. Lei ha invece preferito spiattellare tutto alle forze dell'ordine. Che da quel momento hanno potuto ricostruire l'organizzazione del rapimento. Finché martedì mattina non hanno potuto finalmente bloccare i tre. A bordo dell'auto non sono state sequestrate armi, ma è possibile che i malintenzionati avessero pensato anche a quello. Perlomeno per assicurarsi che l'ostaggio non fuggisse. All'operazione hanno partecipato i carabinieri di Vicenza, di Rovigo e del Ros, con la collaborazione anche delle squadre mobili beriche e rodigine

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